Emilio Schuberth è stato il primo, indiscusso fondatore della moda Italiana.
Oggi entra nel registro speciale dei marchi storici di interesse nazionale.
Il brand, rilevato tempo fa da un gruppo di imprenditori con a capo Elena Perrella, ha ricevuto, quindi, il riconoscimento di marchio storico di interesse nazionale.
Essere inseriti nel registro dei marchi storici italiani è il riconoscimento alla storicità ed alla esistenza continuativa, sul mercato, del brand. Schuberth rappresenta la cultura e la produzione Made in Italy, trae continua ispirazione dalla tradizione, dall’arte, dall’ambiente per affermarsi come brand innovativo ed internazionale.
Emilio Schuberth è un mix di tradizione all’insegna dell’innovazione, del bello e anche ben fatto.
Schuberth precorre da sempre i tempi e, a differenza di molti brand, acquisiti da fondi esteri o società internazionali, resta made in Italy, un caso più unico che raro nel panorama del fashion world.
Cosa porta una donna dei suoi valori e delle sue caratteristiche quando è a capo di un brand?
“Le donne sono meno apprezzate, devono dimostrare sempre di più, sono più precise quando fanno grandi progetti”-dice Elena Perrella.
Giovani, talenti emergenti, bandi, concorsi, sta facendo molto da questo punto di vista?
“E’ un’opportunità per i giovani, bisogna dare spazio ai nuovi talent. Diamo valore a coloro che vogliono intraprendere un percorso lavorativo , tornando, per esempio, anche al reale lavoro sartoriale. La moda non equivale solo a disegnare un modello, la sartorialità passa anche dalla capacità artigianale che deve essere insegnata nuovamente.
È un punto di debolezza per un giovane stilista non saper fare il lavoro sartoriale. Bisogna tornare all’attenzione del prodotto. Soprattutto per l’estero, come per il mercato arabo.
È brutto sentire e vedere che la gente vuole vestirsi tutta uguale, secondo le regole del mass market.
L’Italia deve tornare a un altro status, e, se parla di green, all’uso delle vere fibre naturali, come seta, o cotone”.
Com’è lavorare nella moda Italiana e come vede le prospettive internazionali?
“Vendite on line sfilate da remoto , tutto per ora è contingentato; se si possono fare sogni solo sul web e restare autoreferenziali, senza un confronto tra stilisti e nuovi talenti, si perde il senso della moda vera, della ricerca del marchio.
I cool hunter anticipano anche di tre anni le tendenze, i corrispondenti importanti viaggiano da un paese all’altro”.
Schuberth è stato un precursore, è a lui, al suo modo di fare istrionico che si deve la comunicazione del vestito, lo sdoganamento dalla sartoria artigianale.Il bello e ben fatto viene comunicato, la comunicazione diventa importante, accompagna il processo creativo e così nasce la Moda.
Se pensiamo che ancora oggi la comunicazione è parte integrante del prodotto moda, dovremmo sottolineare la modernità di emilio schuberth.E’ lui che ha inventato il testimonial, sempre circondato da modelle e dalle donne più belle che lui vestiva.
Oggi, per creare le collezioni si lavora a partire dall’archivio storico, rispettando le caratteristiche del Marchio. Siamo molto fortunati perchè le caratteristiche riscontrate negli abiti storici gli conferiscono modernità ed innovazione, cioè conoscere e riconoscere la storia nella contemporaneità.
Non è banale, studiare il passato per comprendere il presente e proiettarsi nel futuro, costa impegno, fatica.
Come vede il mercato del lusso oggi?
“Il lusso oggi come ieri è vincente, rappresentato dalla ricercatezza e dall’originalità,non necessariamente costoso; il lusso è discrezione oggi più che mai i valori del lusso devono essere ben leggibili nel Brand scelgo quel profumo , quel profumo è lusso, perchè il brand è lusso.
Dopo questo Tsunami, tutti hanno voglia di vivere, di esserci e la moda diventerà ‘il lusso’. Il lusso non è il costo alto ma il bello e ben fatto che fa sentire bene; è il brand che deve dare l’idea del lusso con i suoi valori.Ciò che è Heritage oggi è lusso”.
Come è cambiato il lifestyle nell’era del covid?
“Nelle persone si è sviluppata una consapevolezza del valore del benessere, del valore del tempo bello e ben speso. si torna a guardare al se e la moda ‘serve’ questo modo di sentire
L’abito diventa di nuovo importante, il sentirsi unici, il desiderio di ‘lusso’ di ‘superfluo’ secondo me aumenterà e noi dovremo rimboccarci le maniche per dare prodotti dalla forte identità e rigorosamente Made in Italy. Questa è la sfida che raccoglie il marchio emilio schuberth, anche in questo rilancio.
E’ un marchio nato nel dopoguerra , tempo diverso ,ma con tante analogie con quello che stiamo vivendo oggi. Credo che la differenza fondamentale oggi sia il pubblico consumatore; infatti la moda deve parlare contemporaneamente ai millenials, ai giovani, ai meno giovani, tutti desiderosi di protagonismo.
La questione meriterebbe un approfondimento adeguato; dico solo che il tempo cambia e anche il digitale sta influenzando il nostro modello/stile di vita, l’influencer è figlia di questo tempo.
Il tempo manca? Bene, con Instagram e Facebook, nonché Twitter e altro entriamo immediatamente in contatto.
Il concetto stesso di velocità, oggi, è cambiato. Secondo me, per la moda rimane fondamentale la foto sulla rivista su carta patinata, il redazionale.
Con l’utilizzo esclusivamente degli influencers si finisce per appiattirsi. Secondo me l’influencer ha un merito inequivocabile , fa conoscere il prodotto, ma tutto il resto va costruito con canoni classici per raccontare il prodotto, e il brand con tutta la sua forza identitaria.
Per Emilio Schuberth sceglierei volentieri una donna iconica come Sofia Loren, che resta nel tempo la sua testimonial, oltre a Gina Lollobrigida e a tante altre, come la Lorella de Luca di Poveri ma Belli. Oggi vestirei Emma Marrone perché’ è bravissima e impegnata nel sociale, o Emma Stone. Due Emma!
Il sogno-non tanto nel cassetto-è realizzare un film sulla vita e sulla moda di Emilio Schuberth”.